Una borraccia ci salverà

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Di Carlo Zeme

Quando si progetta il fine settimana capita di cominciare a sognare l’incastro di decine di faccende, impegni, commissioni che sono fermi da mesi nella lista delle cose da fare. Spesso invece nella realtà l’equilibrio precario degli avvenimenti che si susseguono fa sì che la lancetta dell’orologio scorra impietosamente e si arriva al pomeriggio della domenica con la sensazione di aver mancato il bersaglio. Sono le 5 di pomeriggio di domenica, appunto: lo scoraggiamento è dietro l’angolo eppure decidiamo di uscire, siamo convinti che una passeggiata e un po’ di aria fresca ossigeneranno polmoni e cervello. Siamo fuori e siamo per strada, il vento di primavera e il sole che fa capolino tra le nuvole ci spingono a pensare in grande: obiettivo gelato. Il passeggino si fa largo tra le vie del centro mentre Margherita saluta tutti con un sorriso e il cenno della mano quasi come fosse la Regina Elisabetta. Arriviamo in piazza e incontriamo volti conosciuti, si parte a chiacchierare, l’orologio che scorre trasforma il gelato da una buona idea a un ricordo, le chiacchiere annoiano un po’ Margherita mentre i grandi si perdono a raccontarsi che cosa succede nelle loro vite. L’aiuola di fianco a noi d’un tratto attira la nostra attenzione: puzza di bruciato, un leggero filo di fumo raggiunge il nostro naso, una sigaretta lanciata da un passante ha continuato a bruciare. Il mio senso pratico radente allo zero da subito mi fa gettare nel pa- nico poi prendo la borraccia di Margherita e decido di usarla per domare la fiammella tra i ciuffi d’erba. Tutta l’acqua che la piccola avrebbe avuto diritto di bere nella nostra passeggiata è stata sacrificata per il bene comune. Margherita continua ad annoiarsi, la mia faccia soddisfatta che aspetta l’onorificenza per il coraggio dal presidente della Repubblica suscita una risata collettiva, le campane che suonano le 7 ci fanno dimenticare ufficialmente il gelato. È andata così, una domenica svogliata si è trasformata in “quella volta che abbiamo salvato il mondo”.

carlo.zeme [at] gmail.com

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