Una donna indaffarata, ma…

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di MARIA PIA E GIANNI MUSSINI

Primi anni Duemila, finale di Cantiamo la vita al “Fraschini” di Pavia (ma una volta o l’altra si farà anche al “Sociale” di Voghera o al “Civico” di Tortona, non è vero?). Come sapete, Gianni è il cosiddetto patron della manifestazione. Alla fine dello spettacolo è sul palco per la premiazione. C’è anche un premio speciale per personalità che si siano distinte in gentili e chiari messaggi prolife: da Pupi Avati a Franco Zeffirelli, da don Antonio Mazzi e don Oreste Benzi allo scrittore Claudio Magris, e così via. A chi vince, una medaglia della Madonna di piazza Grande di Pavia e un bel diploma, con una Motivazione ad hoc. Solo che questo diploma doveva essere firmato da una serie di autorità che non era così semplice raggiungere nel buio della sala e nel trambusto della serata. Così quell’anno Gianni pretese che la moglie Maria Pia fosse “a sua disposizione” dall’inizio alla fine dello spettacolo. E Maria Pia si comportò benissimo, da perfetta assistente: tante volte è Gianni a fare l’assistente di lei e, anche in questo, il matrimonio funziona. C’era, però, la volontaria delle volontarie CAV, Laura, che a sua volta si occupava di moltissime cose. E così, quando Maria Pia stava portando dietro le quinte il prezioso diploma plurifirmato, ecco che vede appunto Laura affannata per qualche cosa e subito si prodiga. Naturalmente dimentica il diploma e così Gianni è costretto a improvvisare in diretta sul palcoscenico, consegnando al vincitore un pezzo di carta e dicendogli sotto voce che quello vero sarebbe arrivato a cose fatte. Perché ricordare questo piccolo aneddoto? Ma perché la scorsa settimana, durante l’inaugurazione della nuova sede di CAV e Consultorio familiare della nostra città, la situazione si è ripetuta. Gianni, che conduceva la danza in Consultorio alla presenza di vescovo e autorità, aveva preliminarmente buttato giù una precisa scaletta degli interventi, alla fine dei quali era previsto il trasferimento di tutta la compagnia nell’attigua sede CAV; una vera sfilata che doveva essere guidata da Maria Pia, da quest’anno presidente del CAV medesimo. Aveva anche lei, com’è naturale, una copia della traccia e, oltre a tutto, sino a un momento prima era lì in prima fila davanti al marito. Ma in un attimo ecco il patatrac: Gianni finisce, fa per passare il testimone alla consorte… che intanto si è eclissata, per raggiungere di nuovo – è un vizio – una Laura che cercava di risolvere una questione organizzativa. Stavolta la compagnia era più ridotta rispetto alle 900 persone del “Fraschini” ma, insomma… E il bello è che alla fine, la moglie aveva ancora da cercare scusanti («Sai, Laura mi ha chiamata…»). Che fare? La parola a Guido Gozzano: “Donna, mistero senza fine bello”.

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