Una pesca al giorno…

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di SILVIA MALASPINA E CAROLINA MANGIAROTTI

Ci riallacciamo a quanto hanno scritto sullo scorso numero i nostri “coinquilini” Gianni e Maria Pia, volendo fornire anche le nostre considerazioni sul celeberrimo spot pubblicitario del colosso della grande distribuzione Esselunga. Da più parti sono scaturiti dibattiti, polemiche e prese di posizione dualistiche, fino ad affermare che, attraverso la rappresentazione di una bimba che vorrebbe vivere con entrambi i genitori, si metta in pericolo la legittimità dell’istituto del divorzio. Troviamo che la trama del cortometraggio pubblicitario sia stata partorita da una mente astuta e capace di manipolare non solo l’attenzione, ma soprattutto le emozioni del telespettatore: le espressioni malinconiche della bimba, l’abbraccio con la mamma quando il papà arriva a prenderla, lo sguardo speranzoso di quest’ultimo rivolto alla finestra dell’ex coniuge, che, ahinoi, resta chiusa e deserta, la musica di sottofondo e il claim finale “Non c’è una spesa che non sia importante”, scoccano un letale colpo al cuore. In Rete sono rimbalzate molte rivisitazioni in chiave ironica, la migliore delle quali, a parere nostro, è quella con protagonista Francesco Totti, che, tenendo in mano una pesca, la rimira incredulo e telefona all’ex moglie: «A Ilary, scusa, ‘n capito… dentro ce sta ‘e Rolex?» «Ho letto un sacco di opinioni controverse: tante persone sui social si sono dette favorevolmente colpite, e altrettante si sono indignate. Mi sembra tutto esagerato: io ho solo notato che né la mamma né la bambina hanno provveduto a prezzare la pesca, che quindi è stata rubata all’Esselunga!» «Sei la solita cinica! Non mi sembra tutta questa novità: ricordo una pubblicità del 1987 della Barilla: in una lugubre giornata piovosa, una bimba perde lo scuolabus e si incammina da sola verso casa; incontra un gattino tutto inzuppato e decide di salvarlo, portandolo con sé sotto l’impermeabile. Giunta a casa, lo mostra ai genitori, che lo accolgono amorevolmente: tutto ciò mentre l’acqua per la pasta bolle in pentola. Ti assicuro che allora negli spettatori le lacrime scorrevano a fiumi e la cosa finiva lì, nessuno commentava. Oggi insorgerebbero polemiche, inneggiando all’abbandono di minore (la bimba torna a casa da sola), al razzismo (è bionda con gli occhi azzurri) e alla discriminazione (la famiglia raffigurata è formata da una mamma e da un papà)!» «Il commento migliore viene da Massimo Gramellini: “Ricordare che le separazioni procurano dolore ai bambini non significa negare l’istituto del divorzio”: si è scatenato un putiferio per nulla!» «Concordo! La campagna pubblicitaria ha raggiunto il proprio scopo: far parlare di sé ovunque e da chiunque. I produttori di pesche delle nostre colline potrebbero prendere ispirazione e coniare uno slogan del tipo: “Una pesca al giorno toglie il divorzio di torno!” »

silviamalaspina@libero.it

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