Unguenti magici di confine
Di Carlo Zeme
Secondo Google la Diocesi di Tortona è un territorio grande quanto il Lussemburgo che tocca la provincia di Alessandria, Pavia, Genova e Piacenza. Queste informazioni apparentemente inutili mi hanno entusiasmato sin da piccolo, del resto da sempre ho vissuto una vita di confine: nato in Lombardia, cresciuto in Piemonte, ho studiato in Lombardia e oggi vivo e lavoro sotto la giurisdizione “Falsa e cortese”. Questa linea immaginaria lunedì scorso si è trasformata in una cima che pensavo insormontabile. Riavvolgo il nastro: Margherita domenica sera ha gli occhi arrossiti, il nasino cola e le forze sono poche, il lunedì mattina la sentenza della pediatra parla chiaro: si tratta di congiuntivite e solo un unguento antibiotico potrà rimetterla in sesto. In pausa pranzo sono per lavoro a Novi Ligure, cerco l’elisir in due farmacie ma entrambe mi dicono che non c’è speranza. C’è aria di pessimismo, ma decido di riprovare a pochi chilometri di distanza. Finito il lavoro infatti torno a Tortona e mi fiondo nella prima farmacia; subito un sorriso al banco e la risposta affermativa, poi qualche minuto di attesa e il fatidico: «Mi sono sbagliato, la pomata in questione non ci arriva da maggio scorso…» Il sole tramonta veloce come solo in autunno sa fare, provo la quarta farmacia e anche questa volta la risposta è negativa. Pive nel sacco. Quando sono ormai di spalle al farmacista una voce qualche metro più in là mi blocca: «Aspetta, prova a Voghera, sai in Lombardia hanno altri magazzini e fornitori, magari…» Mi rimetto in marcia e volo verso un confine che conosco bene, verso un’altra regione, verso la Rosa Camuna. È ormai l’ora di cena ed esco dalla Farmacia vogherese con un piccolo sacchetto con dentro l’unguento, parente in linea diretta con il Sacro Graal. Torno a casa soddisfatto come un Balto motorizzato superando ancora una volta la mia linea immaginaria preferita.
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