Va’ pensiero per l’Ucraina
di Maria Pia e Gianni Mussini
Il 25 marzo abbiamo partecipato alla cerimonia pavese della consacrazione di Russia e Ucraina alla Vergine, ispiratissima iniziativa di Papa Francesco (che ha lasciato al Segretario di Stato cardinale Parolin il compito di dichiarare lecito, in casi particolari, l’uso di armi difensive). Una bella fiaccolata di oltre duemila persone, dalla parrocchia greco-cattolica di san Giorgio in Pavia sino alla cattedrale: dove il vescovo agostiniano Giovanni Scanavino ha letto con timbro biblico le frementi parole del Papa invocanti pace e perdono.
Un vero raggio di sole nel buio di questa guerra, che semina zizzania tra popoli fratelli e divide persino noi che assistiamo al triste spettacolo standocene tranquilli nelle nostre case. Il peggio è stato un talk-show televisivo in cui alcune donne ucraine e russe (immigrate in Italia per fare lavori umili) inveivano feroci le une contro le altre: ma in quel caso la colpa maggiore era di chi ha creato l’evento proprio per spettacolarizzare tanto odio… Un giornalismo davvero indecente.
Da parte nostra, con alcuni amici abbiamo organizzato il concerto “Va’ pensiero per l’Ucraina”, in programma il 9 aprile alle 16 nella chiesa del Carmine di Pavia, con la Corale “Franco Vittadini” (ingresso libero). Ma c’è posto anche per un illustre rappresentante della Diocesi di Tortona: nel programma è infatti previsto un brano di Lorenzo Perosi, il sacerdote derthonino protagonista del “Movimento Ceciliano”, che riformò in senso più sobrio e popolare la musica sacra tra Otto e Novecento. Un personaggio di cui essere orgogliosi, che fece dire a Giacomo Puccini le testuali parole: «C’è più musica nella testa di Perosi che in quella mia e di Mascagni messe insieme».
Con Perosi ci sarà anche il Verdi patriottico de I Lombardi alla prima crociata e del celeberrimo Va’ pensiero (dal Nabucco). Due scelte indovinate da parte del Maestro Luca Burini. Si tratta infatti di testi legati al nostro Risorgimento: un movimento che, come notò lucidamente Manzoni nell’ode Marzo 1821, non sosteneva la causa di un nazionalismo egoista e aggressivo, ma quella di una patria libera rispettosa della libertà altrui.
Non a caso, con squisita finezza cristiana, Manzoni dedicò la sua ode a Teodoro Koerner, poeta soldato caduto nella battaglia di Lipsia in difesa dell’indipendenza germanica dall’invasore Napoleone. Come a dire che lo sguardo cristiano, cattolico o ortodosso che sia, non contempla l’odio o la chiusura in interessi particolari, ma abbraccia anche l’avversario – in quel caso un tedesco teoricamente “nemico” di noi italiani – riconoscendogli tutti i diritti: in primo luogo quello di essere figlio di Dio.
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