Vicina la riapertura della strada per Carrega
Viabilità interrotta e collegamenti difficili da maggio 2022 a causa di una frana
CARREGA LIGURE – Mancano solo gli ultimi dettagli prima del ripristino della viabilità lungo la strada provinciale 147 che unisce il versante alessandrino al Comune di Carrega Ligure, rimasto in gran parte isolato da maggio 2022, a causa di una grossa frana che ha causato inevitabili disagi. Solamente le frazioni di Daglio, Cartasegna, Agneto, Bega, Campassi e Vegni sono rimaste raggiungibili dal lato piemontese in tutto questo tempo. Per raggiungere il resto del territorio urbano, bisogna passare dalla Liguria. E proprio dalla regione confinante, nelle scorse settimane è stata chiusa una delle due strade che portava verso il piccolo centro della Val Borbera, la provinciale 15, all’altezza del chilometro 12, dopo il bivio di Caprile, di competenza della Città Metropolitana di Genova. Il provvedimento rimarrà in essere fino al termine dell’emergenza, con la criticità che non sembra però in via di rapida risoluzione. Secondo quanto riferito da Luca Silvestri, primo cittadino di Carrega, la strada sarebbe sprofondata di circa un metro e mezzo. Dalla Liguria rimane quindi agibile solamente una strada. Uno scenario che rende ancora più necessaria la riapertura del tratto alessandrino per il quale mancano solamente pochi giorni. Con l’allestimento della barriera paramassi, si attende il via libera definitivo dopo l’imminente installazione dei semafori, lampeggianti di notte, quando non si potrà transitare. Il rosso dovrebbe scattare quando si azionano i sensori attivi per il rilevamento di movimenti, anche i più piccoli, del terreno. Un sensore si trova a 20 metri di profondità, mentre altri cinque in superficie. Insieme ai semafori ci saranno anche due sbarre manovrabili e apribili manualmente. Il progetto definitivo prevede in futuro la costruzione di una galleria aperta che renderebbe la riapertura definitiva a tutte le ore, ma al momento non è ancora stato presentato. Carrega è il secondo Comune meno popoloso di tutta la provincia e in questo periodo di semi isolamento ha visto un ulteriore calo demografico, con alcuni abitanti costretti a spostarsi in zone più facilmente raggiungibili e più vicine rispetto, soprattutto, all’ospedale di Novi Ligure. Il paese, però, non si è fermato e grazie al progetto Appennino Futuro Remoto ha visto l’organizzazione di una serie di eventi molto che hanno fatto riscoprire cultura e tradizioni del posto.
Luca Lovelli