Vittorio Mangili: da un secolo dentro le notizie
I racconti del famoso giornalista centenario
CASTELNUOVO SCRIVIA – Una vita in prima linea, sempre in giro per il mondo, per documentare, narrare, riprendere i fatti della storia e riportarli al pubblico a casa tramite la radio e il piccolo scher- mo: è quella del giornalista Vittorio Mangili che ha da poco compiuto 100 anni e li ha festeggiati “in trasferta” dalla frazione alessandrina Lobbi (dove vive con la moglie Ria, che ha 99 anni). Sabato scorso, dopo essere stato introdotto dal sindaco Gianni Tagliani, è stato intervistato da Piero Bottino, ex caporedattore del quotidiano La Stampa di Alessandria e ha incantato i presenti con la sua verve e con la puntualizzazione di ogni singolo passaggio che riguardava la sua lunga esperienza professionale. Storico inviato di quel- la che agli albori si chiamava Eiar, poi diventata Rai, Mangili, ha raccontato da dove tutto è iniziato: «Vivevo a Milano e sono passato davanti alla sede dell’Eiar in bicicletta: ho letto su un manifesto che cercavano un presentatore. Eravamo cento candidati e hanno scelto me. Per fare questo mestiere devi avere pochi problemi e molta voglia di andare in giro e io ero così. Non c’è Paese del pianeta dove non sia stato, anche solo di passaggio». Mangili (figlio di madre ungherese) ha raccontato le avventure vissute quotidianamente sotto il cielo di Budapest, quando nel 1956 i carri armati sovietici invasero l’Ungheria e di come i suoi filmati finirono poi all’Onu a testimonianza di ciò che era successo in quei drammatici giorni. E proprio durante la rivoluzione ungherese la vita di Mangili si incrociò con quella di Indro Montanelli e dei suoi undici giornalisti, che stavano durante il giorno in ambasciata in attesa di notizie che portava proprio Vittorio, al quale lo stesso Montanelli rivolse parole entusiaste di elogio e stima. E poi, tra audio originali e video dell’epoca trasmessi durante la serata castelnovese – promossa da Comune e Cantiere Cultura – spicca fra tutti l’intervista in India a Madre Teresa di Calcutta, fondatrice delle Missionarie della Carità.
«Aveva un carattere duro – ha ricordato Mangili – e non è stato facile ottenere quel colloquio con lei: era poco propensa verso i giornalisti e obiettivamente impegnata a prestare la sua opera in mezzo ai disperati». Per Mangili, ex bersagliere, sabato sera c’era anche il picchetto d’onore da parte di una rappresentanza della sezione bersaglieri “E. Franchini” di Alessandria. Per lui che ha gettato il cuore oltre l’ostacolo la missione era portare a casa la notizia (e la pelle), senza pensare troppo ad aver paura: nella carrellata dei ricordi sono passate le Olimpiadi di Tokyo del 1964, il disastro del Vajont l’anno prima, l’alluvione di Firenze del 1966 e quella di Genova del 1970 e altri fatti di cronaca che – per quasi 50 anni – l’hanno visto protagonista di azioni talvolta eroiche, fino ai reportage Rai realizzati in Israele, in Sud America, in Oriente (memorabile, nel 1972, la spedizione a cavallo, durata 9 mesi, a fianco dell’alpinista Carlo Mauri, dalla Turchia fino al confine con la Cina). Mangili ha ricordato con grande affetto Carlo Caffari, l’operatore che ha girato con lui per tanti anni e rivolto parole d’amore e di riconoscenza alla moglie Ria: «È una donna straordinaria e dalla grande pazienza, che spesso, quando ero all’estero, riceveva mie notizie direttamente dalla redazione della Rai. Sapete, a quei tempi, non c’erano i mezzi tecnologici di oggi per mettersi in contatto nel giro di un pochi secondi». Vittorio e Ria sono sposati da 77 anni e hanno due figli: Massimo e Grazia. La documentazione sulla vita del giornalista si trova sul sito storiabassavallescrivia.it/.
Alessandra Dellacà