«Voi, vivendo con gioia la vostra identità, siete presenza del Signore»

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Il 28 marzo con la S. Messa Crismale, alla presenza del presbiterio diocesano, ha avuto inizio il Triduo Pasquale in cattedrale. Il vescovo ha benedetto gli Olii Santi e ricordato gli anniversari di ordinazione di 9 sacerdoti

TORTONA – Giovedì 28 marzo il presbiterio diocesano si è ritrovato in cattedrale alle ore 9.30 per rendere grazie al Padre per essere stato chiamato «a partecipare alla missione di salvezza di Gesù Cristo», come ha affermato don Francesco Larocca, il pro vicario generale all’inizio della S. Messa Crismale che ha aperto il Triduo Pasquale.

Rivolgendo il suo saluto al vescovo, anche a nome del vicario generale mons. Mario Bonati e di tutti i confratelli, don Larocca, ha manifestato gratitudine al Pastore diocesano «per essere con noi e per noi». «Grazie– ha detto – perché ogni giorno sceglie di restare nel solco della nostra Chiesa. Grazie per la buona testimonianza e perché si spende senza risparmio». E gli ha espresso parole di incoraggiamento «perché precede con passo deciso il cammino della Chiesa».

Parlando ai confratelli e ai diaconi permanenti, il pro vicario ha sottolineato la consapevolezza «di essere consacrati nella propria debolezza per ungere il mondo nelle sue ferite» e ha esortato a rinnovare le promesse sacerdotali, lasciandosi «convincere che nell’unità è la forza della testimonianza, di evangelizzazione e di conversione personale».

Don Larocca ha poi nominato i presbiteri che nel 2024 ricordano anniversari significativi di ordinazione sacerdotale, come il 60°, il 50° e il 25°, i quali erano sull’altare insieme a mons. Bonati, ai vicari episcopali, ai vicari foranei, ai canonici e ai diaconi permanenti Angelo Meraldi e Mario Merendi. Un saluto speciale è stato riservato dal vescovo a mons. Francesco Giorgi che ha raggiunto addirittura i 70 anni di sacerdozio.

Mons. Guido Marini, a sua volta, ha ringraziato dal profondo del cuore il vicario e il pro vicario «per quello che fanno e che sono nella Diocesi», ha portato a tutti i saluti dei vescovi emeriti Mons. Martino Canessa e Mons. Vittorio Viola e ha avuto un pensiero paterno e fraterno per tutti i presenti. Ha anche ricordato i sacerdoti anziani di Casa “Sacro Cuore” e poi don Gianluigi Massari, don Giuseppe Bruniera e don Luciano Daffra ospiti in case di riposo e don Alberto Rossella ricoverato presso l’ospedale di Alessandria.

Un pensiero speciale l’ha rivolto, poi, ai sacerdoti lontani dalla Diocesi (mons. Pietracatella, mons. Lugano e don Lanfranchi) e a coloro che sono scomparsi nel 2023: don Grosso, don Piccinini, don Bernini, padre Sala e padre Mazzoli. La liturgia, animata dai canti della Cappella Musicale diretta da Enrico Vercesi e accompagnata all’organo da Daniele Sozzani Desperati, è poi proseguita con la proclamazione della Parola di Dio e l’omelia nella quale Mons. Marini ha voluto rendere “grazie” ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose, alle persone consacrate e a tutti i fedeli laici presenti alla Messa Crismale. Ai sacerdoti ha detto “grazie” soprattutto perché «vivete e viviamo la bellezza e la gioia della comunione nel presbiterio».

«Una comunione che, certo, è effettiva – ha proseguito – perché siamo consapevoli che dal momento in cui siamo stati ordinati siamo stati introdotti in questa realtà del presbiterio, senza la quale non possiamo né vivere né servire, perché non esiste un presbitero solitario, protagonista del suo ministero».

«Ringrazio Dio – ha aggiunto – per questa comunione effettiva che, ogni giorno, si vede nella vostra vita e nel vostro ministero. Rendo, davvero, grazie al Signore perché siamo “in” Cristo, siamo per” loro, siamo “con” tra di noi». Al termine della riflessione, i presbiteri hanno rinnovato con entusiasmo le promesse sacerdotali, riaffermando la volontà di esercitare il proprio ministero a servizio del popolo di Dio.

Poi, al canto dell’antico inno “O Redemptor”, hanno fatto il solenne ingresso le ampolle con gli olii da benedire. L’olio, donato da don Augusto Piccoli, cappellano della Polizia di Stato di Alessandria e Asti, è stato prodotto con olive provenienti da uliveti piantati su terreni confiscati alla mafia.

Insieme al crisma, il vescovo ha benedetto, con solenni orazioni, l’olio dei catecumeni e l’olio degli infermi, perché lo Spirito Santo li renda strumento di salvezza per il suo popolo.

Con la benedizione finale la grande famiglia presbiterale della Chiesa tortonese ha ripreso il suo cammino per annunciare a tutti con rinnovato vigore e sincero entusiasmo il Signore Risorto.

Daniela Catalano

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