W i preti come Delpini
di Maria Pia e Gianni Mussini
Non è che i preti godano sempre di buona fama in Italia. È vero che in TV spopolano ancora le repliche del don Matteo di Terence Hill o del don Camillo di Fernandel, ma sappiamo anche che uno dei “patroni” negativi del nostro Paese è il manzoniano don Abbondio (“il pover’uomo che c’è in ognuno di noi”, come d’altra parte chiosò un suo collega, il letteratissimo monsignor Cesare Angelini). E soprattutto sappiamo che il virus dell’anticlericalismo agisce sotto pelle nella nostra società, e non sempre a torto…
Per questo ci piace andare controcorrente, parlando bene dei bravi preti che ci è capitato di incontrare. Di don Sandro, che ci ha sposato, abbiamo già detto. Ma ce ne sono diversi altri che ci sono stati vicini con bontà e amore.
Prima di Pasqua siamo stati a trovare “a casa sua”, come ci ha detto lui stesso, un prelato illustre. Niente meno che l’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini. La visita riguardava il direttivo di Federvita Lombardia (l’associazione dei vari Centri prolife della regione), di cui fa parte Maria Pia. Ma erano bene accetti anche “infiltrati” come Gianni, che del resto è stato per molti anni ai vertici dell’associazione.
Delpini in persona ci ha fatto da cicerone – con uno sdrammatizzante tocco di manzoniana ironia – lungo le aurate sale del palazzo arcivescovile, con vista sbalordente sull’abside del duomo di Milano. Ma ci ha fatto passare anche per le stanze più domestiche, che sembrano negli arredi e nel “clima” quelle di un buon parroco di campagna. E non è infine mancata una capatina nella sala che ha visto l’incontro tra il cardinal Schuster e il Duce, nel fatale 25 aprile 1945.
Lo scopo della visita non era però turistico ma, più istituzionalmente, riguardava gli auguri pasquali da porgere al vescovo della città che ospita la nostra sede.
La piccola delegazione è stata dunque accolta secondo la prassi, con saluto e omaggio della presidente Elisabetta Pittino, risposta di mons. Delpini e infine dialogo amichevole e vivace sui temi che ci stanno a cuore: il servizio alla vita, i giovani, la (de)natalità, le implicazioni politiche di tutto ciò…
L’arcivescovo non è stato avaro di suggerimenti e di consigli. In uno stile improntato a un sano understatement, ci ha detto parole ricche di esperienza e saggezza.
Qualche pillola di cui fare tesoro: inserire la tutela della vita nascente nella Pastorale familiare giovanile; favorire percorsi di educazione all’affettività e alla genitorialità, anche in funzione di un incremento demografico; stabilire e mantenere contatti regolari con esponenti politici che – nei vari partiti – si ispirino a un’antropologia cristiana, per aiutarli ad assumere posizioni coerenti.
Mica poco: nello stile del “sì sì, no no” evangelico, unito a una bonomia che fa bene al cuore, l’arcivescovo ci è parso proprio uno di noi.
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