W la scuola! Anche in pigiama

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I giorni non facili che stiamo vivendo resteranno impressi nella memoria di tutti per la precarietà che le azioni quotidiane, anche le più semplici e scontate, hanno assunto.

L’atteggiamento dei ragazzi difronte all’emergenza sanitaria che ci ha coinvolto è sta-to in un primo tempo di allegro e spensierato negazionismo, poi di distaccata osservazione e infine di coinvolgimento.

La sospensione delle attività scolastiche ha dapprima semplicemente prolungato le vacanze di Carnevale, comportando reazioni di giubilo, ma, quando il periodo si è dilatato in modo, pare, abbastanza fluido, sono stati abbandonati i peana della vittoria e si è iniziato a scalpitare.

«Sono stufa di stare a casa senza fare niente! La mattina non passa più!».

Provo a suggerire di utilizzare questo tempo per esercitarsi nella materia meno gradita, Latino, ma mi viene risposto: «Ho già fatto la versione che ci ha assegnato la prof! E poi adesso sto guardando “Friends” in lingua originale e non posso tralasciare sul più bello, altrimenti non capisco più nulla».

Il problema viene parzialmente risolto quando una parvenza di normalità nella scansione delle giornate è ripristinata tramite le lezioni online, ma resta il grande vuoto dell’assenza dei compagni: «Quando torniamo a scuola? Voglio chiacchierare con i miei compagni (l’otto in condotta è stato ampiamente meritato), mi piaceva tanto fare l’intervallo alla macchinetta del caffè e spettegolare… devo dire che mi mancano anche i proff». Si tenta di ovviare a questa mancanza: «E se invitassi a casa un gruppo di amici per seguire le lezioni insieme? Stare davanti ad uno schermo da sola è veramente triste»: capisco che l’adolescente sia un animale da branco, ma sono costretta a spiegare ancora una volta che dobbiamo tutti evitare di assemblarci in gruppo per non favorire il contagio di questo virus subdolo. Come mi a-spettavo, la contestazione è subito pronta: «Ma io sono sanissima e i mei compagni an-che!». In questa quotidianità stravolta, il sistema nervoso dei genitori è messo a dura prova, oltre che da giustificati timori dettati dalla contingenza, anche dalle continue richieste dei ragazzi che, ringraziando il Cielo, sono in ottima salute e non si rassegnano a ritmi lenti di vita, desiderando uscire, vedere gli altri, fare “qualcosa insieme”.

All’inizio di una nuova settimana senza le lezioni normali, ecco il lampo di genio per portare un po’ di brio in giornate che minacciano di essere tutte uguali: «Se non posso invitare nessuno e devo seguire le lezioni da sola, posso, almeno, stare in pigiama?». Rispolvero il compromesso storico: «Solo i pantaloni, la parte alta si vede dal pc, quindi ti pettini e ti vesti come se andassi a scuola».

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